Bert Hellinger
L’ideatore delle Costellazioni Familiari
Riconoscendo ed onorando coloro che ci hanno preceduto,
attingiamo alla grande forza che proviene dal passato.
Quando ogni relazione viene onorata il destino si rivela.
Amore, gratitudine e umiltà rendono il viaggio possibile,
la meta raggiungibile.
Bert Hellinger
Bert Hellinger
Possiamo definire Bert Hellinger il padre delle Costellazioni Familiari, e uno dei più grandi psicoterapeuti. Fu un grande studioso dei rapporti interconnessi tra le persone, e su ciò che si eredita a livello inconscio e biologico nelle tradizioni familiari.
I primi passi della gioventù
Anton Hellinger, nasce da una famiglia cattolica il 16 Dicembre 1925 a Leimen, nella Germania meridionale, da una famiglia particolarmente religiosa. Egli rimase immune alle dottrine del Nazionalsocialismo, e fu per questo schedato dalla Gestapo come nemico del popolo. Infatti Hellinger non partecipava alle riunioni della Gioventù hitleriana, ed iscritto ad un’organizzazione cattolica illegale!
Tuttavia a soli 17 anni venne obbligatoriamente reclutato e spedito in guerra,. Prese parte così alla Seconda Guerra Mondiale, e catturato, fu tenuto prigioniero in un campo alleato in Belgio.
A 20 anni, uscito dalla prigionia, torna in Germania ed entra a far parte di un ordine religioso cattolico. Qui sperimenta il silenzio meditativo e la contemplazione, studia filosofia, pedagogia e teologia, e cambia nome in Suitbert (da cui deriva appunto l’abbreviazione Bert).
Gli anni del sacerdozio e il contatto con gli Zulù
Dopo aver preso i voti, viene mandato come missionario in Sudafrica, dove trascorre 16 anni tra la popolazione degli Zulù come insegnante e sacerdote. Entra così di fatto in contatto attivo con la loro cultura e le loro tradizioni tribali.
Convinto che la musica e i rituali Zulù perseguissero la stessa funzione e struttura della messa cattolica cristiana, li integrò assieme nel rito sacerdotale. Affermò di ispirarsi al principio che il sacro è presente ovunque nelle varie ritualità mondiali.
Spinto da tali ideologie, nei primi anni Sessanta partecipa a dei seminari ecumenici e interraziali organizzati dalla chiesa anglicana sudafricana. Essi erano basati sul riconoscimento della diversità dei popoli e delle culture. Durante uno di questi incontri, un formatore chiese cosa fosse più importante, se i loro ideali o l’essere umano. Per sua stessa ammissione, questa domanda creò in Hellinger un grande travaglio interiore.
Questa esperienza contribuì ad allontanarlo dalla religione cattolica definitivamente, e così dopo 25 anni abbandona il sacerdozio. Nel 1969 torna in Europa, dove nei primi anni ’80 approfondisce gli studi iniziando un corso di psicoanalisi a Vienna, dove incontrerà anche Herta, sua futura (prima) moglie.
Gli studi e l’inizio della sua carriera
Bert Hellinger si sposta a Monaco dove inizia a studiare le opere di Sigmund Freud, e infine va negli Stati Uniti dove conosce vari personaggi di spicco. Primo fra tutti Arthur Janov, l’ideatore della Terapia Primaria. Partecipa così ad un suo corso di nove mesi che includeva esperienze terapeutiche di tipo corporeo.
Tuttavia, la comunità psicoanalitica di Vienna si dimostrò poco propensa verso l’approccio di Janov. Hellinger si ritrovò chiedersi cosa fosse più importante per lui, ossia la lealtà al gruppo oppure l’amore per la verità e la ricerca! La risposta fu la conseguente separazione dal gruppo psicoanalitico viennese.
Bert Hellinger, proseguì per la sua strada, e molte altre ideologie e scuole terapeutiche influenzarono il suo lavoro negli anni a venire.
Gli studi sulla Gestalt e l’Analisi Transazionale
Si interessò alla terapia della Gestalt di Ruth Cohen e Hilarion Petzold, e incontrò Fanita English e Eric Berne, padre dell’Analisi Transazionale. Insieme con la moglie Herta, integrò nel suo lavoro anche quanto aveva già appreso sulle dinamiche di gruppo e sulla psicoanalisi. Integrò la Primal (Teoria dell’Urlo) e l’Analisi Transazionale; la Terapia Familiare Sistemica ed il Psicodramma di Levi Moreno. Fondendole tutte sempre più tra loro, propose tale elaborato finale durante le esperienze di gruppo, che chiamerà Costellazioni Familiari e Sistemiche.
Bert Hellinger espresse un concetto molto importante e di forte impatto:
“La felicità fa paura. Ti dirò una cosa riguardo alla felicità. La felicità viene vissuta come pericolosa, perché rende soli. Invece con il problema e con l’infelicità si è in compagnia. Il problema e l’infelicità sono connessi ad una sensazione di innocenza e di fedeltà. La soluzione e la felicità, invece, sono connessi ad una sensazione di tradimento e di colpa. Perciò la felicità e la soluzione sono possibili solo se si affronta questa colpa. Non che la colpa sia ragionevole, eppure viene vissuta come tale. Per questo il passaggio dal problema alla soluzione è così difficile”.
Nuove teorie influenzano il suo lavoro
Bert Hellinger trova ispirazione anche dalla “analisi dei copioni”. Essa si basa sulla scoperta che i copioni familiari funzionano passando di generazione in generazione attraverso i sistemi parentali e familiari. Questo significa che ogni persona è di per sé stesso indipendente e libera nelle proprie scelte (libero arbitrio). Allo stesso tempo è anche co-dipendente dalle altre persone, sia nello spazio e sia nel tempo. Le sue azioni produrranno paritariamente risultati in base alle azioni che compirà nella vita. Esse si esaudiranno per compensazione, sia su sé stesso, che sulle generazioni future, ricalcandone la stessa matrice di generazione in generazione, identificandosi come “irretimenti“.
Anche le dinamiche della “identificazione” diventano gradualmente chiare durante questo periodo. Il libro “Invisible Bond” gli fornisce un contributo importante nel tracciare le linee fondamentali delle cosiddette “fedeltà nascoste” (ossia gli irretimenti). In esso, Ivan Boszormenyi-Nagy, gli fa intuire il bisogno di un equilibrio tra il dare e l’avere all’interno delle famiglie.
Il nuovo approccio metodologico
In concomitanza ai suoi studi, in Francia Anne Schützenberger mette a punto una tecnica sorella delle costellazioni familiari, chiamata “Sindrome degli Antenati“. Negli anni ’90, Doris e Lise Langlois, due sorelle psicoterapeute del Mental Research Institute di Palo Alto, mettono a punto una tecnica simile, chiamandola “Psicogenealogia“. Questa nuova tecnica, tratta dei legami trans-generazionali con la famiglia di origine.
Alejandro Jodorowsky, uno dei più importanti fautori di tale metodologia sin dagli anni ’80, si approcciò a tale fenomenologia evolvendola in Meta–genealogia. Egli sosteneva che la tale disciplina ha le sue radici nella psicologia, nell’arte, nella scienza e nelle tradizioni spirituali ed esoteriche. L’individuo sarebbe così il prodotto di due forze. Una imitatrice che viene dal passato, e una creatrice guidata dalla coscienza universale. Quando l’individuo cambia, tutto l’albero genealogico reagisce!
Si approcciò anche alla Terapia Familiare Sistemica di Ruth McClendon e Leslie Kadis, per far sviluppare al meglio il suo percorso.
Bert Hellinger e la Teoria del Triangolo Perverso
Fu solamente leggendo l’articolo di Jay Haley sul “triangolo perverso” che arrivò a capire l’importanza della “gerarchia familiare”, fino ad allora mai compresa. Questo passaggio è un tassello importantissimo, perché gli permette di modellare sempre più il suo lavoro.
Bert Hellinger infatti, in una intervista dichiarò che:
“Nel sistema familiare c’è amore per tutti i suoi membri, compresi i dimenticati e gli esclusi. Ma l’Amore è una parte dell’ordine; l’ordine precede l’amore, e l’amore può solo svilupparsi in base all’ordine. L’ordine è preposto. Se capovolgo questo rapporto e voglio trasformare l’ordine attraverso l’amore, sono destinato a fallire. Così non va. L’amore è subordinato a un ordine, e dopo può crescere. Così come il seme è subordinato al terreno e lì cresce e fiorisce. Molti problemi nascono perché c’è chi pensa che si potrebbe superare l’ordine per mezzo di considerazioni interiori o di sforzi dell’amore. Ma l’ordine è preposto a noi e non si lascia sostituire dall’amore. Pensarlo è illusorio. Si deve tornare all’ordine, al punto della verità. Solo lì troviamo la soluzione”.
Le Costellazioni Familiari prendono forma
Bert Hellinger lavorò anche con terapeuti e psicologi di fama, quali Thea Schönfelder in merito alle terapie familiari. Si accostò anche all’ Ipnositerapia di Milton Erickson e alla Programmazione Neuro Linguistica (PNL) di Richard Bandler e John Grinder. In essa, l’elemento più rilevante è l’attenzione posta nel cercare di lavorare con le risorse del cliente e con le sue capacità.
A partire dal 1993, inizia a scrivere i primi trattati e a pubblicare i primi libri, che descrivono la teoria e il metodo delle Costellazioni Familiari e Sistemiche.
Bert Hellinger ritiene che la vita di ognuno sarebbe condizionata da destini e sentimenti che non sarebbero veramente propri e personali. Malattie gravi, il desiderio di morte e problemi sul lavoro infatti, potrebbero essere dovuti a “irretimenti” del sistema-famiglia. Essi potrebbero essere portati alla luce attraverso un lavoro di gruppo. Durante la costellazione infatti, si evidenzierebbero le presunte dinamiche inconsce che produrrebbero sofferenza in molti aspetti della vita. Rilevante fu anche la sua fiducia nella capacità di ognuno nel saper ascoltare “l’autorità della propria anima”.
“Anche se non infallibile, è l’unico vero baluardo che ognuno ha verso le lusinghe delle false autorità”.
La verità alla base di tutto
La base del lavoro di Bert Hellinger risiede anche nella sua insistenza sul “vedere ciò che è”. Essa è contrapposta alla “cieca accettazione di ciò che ci viene detto, in combinazione con una non vacillante lealtà e fiducia nella propria anima”. Questo significa che se si accetta ciò che ci si sta mostrando, anche se scomodo, può essere finalmente il punto di svolta della nostra vita. Questo ci può far capire e comprendere perché accadono determinate dinamiche e situazioni.
“Mettere in scena la storia della propria famiglia è di grande aiuto per risolvere i conflitti interiori e vivere appieno il proprio destino. È necessario accettare la realtà per ciò che è, senza rammarico, senza desiderare che sia diversa. In tal modo anche gli avvenimenti più terribili si trasformano in pace e forza. Tutto ciò che rifiutiamo si impossessa di noi. Tutto ciò che rispettiamo e integriamo, ci lascia liberi”.
Costellazioni dello Spirito: una evoluzione delle Costellazioni Familiari
Durante oltre 40 anni di pratica, Bert Hellinger capì che le costellazioni familiari valicavano spesso i confini della terapia. Esse entravano in una nuova dimensione, più ampia e profonda. E’ qui che la persona ritrovava il profondo legame con sé stessa e la sua parte spirituale, divenendo più matura e saggia.
Tra il 2007 e il 2008, Bert Hellinger propose così una evoluzione delle proprie tecniche, ossia le “Costellazioni dello Spirito”. Un lavoro molto avanzato e profondo. In questo nuovo approccio metodologico, c’è un tema che riguarda la vita e le sue difficoltà, e tutto ruota intorno ad esso. Il risultato è la possibilità di entrare in contatto diretto con Anima e Spirito, che conoscono la vita molto meglio di noi. Grazie a questo contatto, troviamo da soli le risposte che cerchiamo e le soluzioni ai problemi che ci affliggono. La strada della vita diventa più illuminata e nitida, provando una pace profonda e una gioia interiore indescrivibili.
Le Costellazioni dello Spirito sono quindi il risultato finale del grande e lungo lavoro di Hellinger, unitamente allo studio e alla saggezza corporea appresa dai popoli tribali.
Bert Hellinger muore il 19 Settembre 2019 a 94 anni, nella sua casa privata a Bischofswiesen sulle Alpi bavaresi, dopo aver aiutato miglia di persone a ritrovare la propria strada e a ritrovare sé stesse.